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  • Museo Civico di Storia Naturale di Comiso, Via Degli Studi 9, 97013 Comiso Ragusa, IT

Descrizione

  LA STORIA E LE COLLEZIONI

Nato nel 1991, il Museo è una Istituzione Scientifica riconosciuta dal Segretariato CITES del Ministero dell'Ambiente. Si estende su una superficie espositiva di oltre 1000 mq. con la Sezione Paleontologica e Zoologica. Altri 800 mq sono adibiti a Laboratorio Scientifico, per il restauro paleontologico e per la preparazione tassidermica ed osteologica.

Il Patrimonio Museale è rappresentato da 14 collezioni e da oltre 27.000 reperti, costituiti da 12.000 fossili di varie ere geologiche e da circa 15.000 preparati zoologici, costituiti da animali terrestri e marini naturalizzati. Si conservano anche diversi preparati osteologici e tra questi la più importante collezione Cetologica del Sud Italia.

A questi reperti si aggiungono anche i 5000 volumi d’interesse geo-paleontologico e zoologico, appartenenti alle Collezioni Librarie di “Italo Di Geronimo” e di “Ferdinando Ciani”.

Molto dinamica è l’attività di ricerca, attraverso periodiche missioni scientifiche e numerose pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali, scoprendo nuove specie.

  LA SEZIONE PALEONTOLOGICA

Il Patrimonio Paleontologico è costituito dalla ricca collezione di fossili di varie ere geologiche provenienti da vari continenti, che testimoniano le tappe fondamentali dell'evoluzione.

Dai primi organismi, ai pesci corazzati del Paleozoico, dalle ammoniti ai grandi rettili che colonizzarono il mondo durante il Mesozoico fino ai mammiferi del Quaternario, uomo compreso.

Diversi sono i resti di invertebrati e vertebrati del Mesozoico, porzioni scheletriche di ittiosauri, di mosasauri e resti di rettili volanti. Presente anche lo scheletro dello pterosauro Anhanguera Ssantanae dell’apertura alare di 4 metri, proveniente dal Brasile. Spiccano due crani di coccodrilli marini della specie Dyrosaurus phosphaticus e Maroccosuchus zennaroi, provenienti dai depositi fosfatici del Marocco. Visibile lo scheletro dello Psitacosauro, un piccolo dinosauro erbivoro dalla postura bipeda, del Cretaceo inferiore della Mongolia. Era dotato di un becco, da cui prende il nome di "lucertola pappagallo".

Di grande importanza sono gli unici resti di vertebrati marini mesozoici della Sicilia, rappresentati da due vertebre di ittiosauri triassici del gruppo degli shastasauridi, e un dente di un coccodrillo marino metriorhynchide, coevo dei dinosauri. Sono di notevole importanza alcune specie uniche al mondo, tra queste il Sosiocaris schrami, rinvenuto a Palazzo Adriano, che rappresenta il più antico crostaceo peracaride al mondo, che ha dato origine ai Granchi moderni.

Nella  Sala  del Terziario, si possono ammirare diversi mammiferi arcaici, tra questi c'è la ricostruzione di un archeocete proveniente dal Marocco, il Dorudonte e altri rari resti di cetacei estinti come lo Squalodon e il Neosqualodon, del Miocene inferiore di Ragusa.

Nella Sala del Quaternario si possono ammirare i resti fossili dell’estinto Armadillo gigante (Glyptodon)  e del Bradipo gigante (Megatherium).

In una vetrina sono esposti la mandibola del Mammuth meridionalis , ed un ciuffo di peli rinvenuti nel permafrost siberiano della Jakuzia.

Una Sala è dedicata ai fossili di vertebrati del Quaternario siciliano provenienti dal comprensorio di Comiso, costituiti prevalentemente da resti di elefanti di taglia ridotta (Palaeloxodon falconeri e Palaeloxodon mnaidriensis) e da altre faune come i resti di ippopotami, cervi, bisonti, lupi, orsi, leoni e numerosi uccelli, rettili e anfibi. Sensazionale è il piastrone della Tartaruga gigante terrestre (Geochelone sp.), con le uova del diametro di 65 mm perfettamente conservate.

I vertebrati del Quaternario sono oggetto di approfondite ricerche, condotte sia con la Soprintendenza di Ragusa che con vari istituti di ricerca. Lo studio di tali resti ha dimostrato che i fossili di elefanti provenienti dal territorio di Comiso, risultano essere i più antichi della Sicilia, databili a circa 600.000 anni fa.

  LA SEZIONE ZOOLOGICA

La raccolta è costituita da interessanti preparati zoologici siciliani, europei ed esotici.

Oltre 6000 conchiglie terrestri e marine provengono dalla Collezione “Mario Calanna” e di “ Nunzia Oliva”. Tra i molluschi si distingue una Tridacna gigante, il più grande mollusco bivalve al mondo.

In una Sala dedicata agli Abissi e alle specie delle profondità marine, si possono ammirare due Calamari Giganti della specie Diamante (Tisanoteuthys rombus), un Totano Volante (Hommastrephes bartramii) e un Calamaro Ombrello (Histioteuthis bonnellii).

Nelle altre sale si possono ammirare vari insetti e una raccolta di crostacei decapodi di cui, il Granchio gigante del Giappone (Macrocheira kaempferi) di 275 cm di apertura delle zampe.

La collezione ittiologica è rappresentata da varie specie mediterranee e tropicali, diverse specie di squali e il gigantesco Pesce Luna (Mola mola), di 900 Kg. di peso, spiaggiatosi a Ravenna nel 1999. Tra le specie rare, un Celacanto (Latimeria chalumnae), rappresentato da uno dei pochi esemplari conservati a secco che proveniente dal Madagascar. Rappresenta la più antica linea evolutiva di pesci che si pensavano estinti nel Cretaceo, teoria smentita dal ritrovamento del 1938 in Sudafrica.

Significativi anche gli esemplari appartenenti all’erpetofauna e all’avifauna europea ed esotica. Tra i rettili sono da citare la Tartaruga gigante di Aldabra (Aldabrachelys gigantea), donata dal Museo di Storia Naturale di Milano e le due Tartarughe marine della specie Liuto (Dermochelys coriacea), rinvenute in Sicilia.

I circa 1600 uccelli naturalizzati, in parte esposti, sono rappresentati da varie specie europee ed esotiche provenienti da diverse collezioni, da annoverare per importanza la collezione di “Giuseppe Licitra” e di “Nicola Lauricella. Una sezione è dedicata agli uccelli non volatori tra questi lo Struzzo del Nord Africa, il Kiwi e il Pappagallo Kakapò della Nuova Zelanda. Spicca la ricostruzione museale di un Dodo (Raphus cucullatus) proveniente dalle Isole Mauritius, estintosi intorno al 1600. Si possono ammirare anche i resti sub-fossili di un uovo e i resti ossei del gigantesco Uccello Elefante (Vorombe titan), vissuto in Madagascar intorno al 1200 che poteva raggiungere i 3 metri di altezza.

Dall’anno della sua istituzione, il museo si è contraddistinto nell’attività di censimento e recupero dei cetacei spiaggiati, grazie all’attiva partecipazione ai programmi del Servizio Certificazione Cites  del Corpo Forestale dello Stato, con la Capitaneria di Porto e il Servizio veterinario locale, riuscendo a musealizzare nuovi reperti. La collezione cetologica è costituita da 12 specie comprendenti 47 esemplari, di norma scheletri completi, alcuni montati ed esposti, provenienti dalle coste Siciliane e Calabresi.

Di particolare rilievo lo scheletro del secondo esemplare mediterraneo di Capodoglio nano (Kogia sima) spiaggiatosi a Cattolica Eraclea nel 2002. Di provenienza siciliana sono i due rari scheletri di Steno (Steno bredanensis). Notevole è lo scheletro appartenente ad una femmina di Balenottera comune (Balaenoptera physalus) lunga circa 19 metri, spiaggiatasi a Secca Grande di Ribera (AG) nel 1993, e lo scheletro Balenottera minore (Balaenoptera acutorostrata), rinvenuta a Milazzo nel 2016. Completano la collezione diversi reperti di mammiferi terrestri  e marini, tra questi un Orso bianco adulto (Ursus maritimus).

Altri reperti provengono da varie donazioni compiute da privati cittadini oppure da enti come il “Bioparco di Carini”, dallo “Zoo Safari di Fasano” e dal “Giardino Zoologico di Pistoia”, ecc., oppure da sequestri compiuti dal Servizio Cites dei Carabinieri.

  ORARIO VISITE

Dal Martedì al Sabato – ore 9.30-13.00;  il Martedì e  Giovedì: ore 15.30-18.00

Prenotazioni per scolaresche e gruppi organizzati al 0932/748335

museostorianaturale@comune.comiso.rg.it

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