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Location
Descrizione

Comiso è una cittadina della provincia di Ragusa, con una popolazione di 30.500 abitanti, e si trova nelle pendici dei Monti Iblei. L'altitudine, che varia dai 150 ai 320 metri, le permette di dominare tutta la valle Ipparina, fino alle spiagge di Kamarina. Per la sua disposizione a semicerchio che è determinata dalle cupole e dai Monumenti Barocchi è stata definita “ Città Teatro” dal concittadino Gesualdo Bufalino.

Le sorgenti d’acqua, i 4 torrenti che scorrono sulle cave omonime e anche il fiume Ippari, hanno fatto la fortuna del territorio sin dalle sue origini. Comiso è anche famosa per la sua Pietra color del miele che indora le sue vie, i suoi Monumenti, le Piazze e le sue Chiese Barocche. Inoltre con questa pietra, estratta dalle sue cave, venne ricostruito Il barocco Ibleo dopo il terremoto del 1693.

Storia

  Preistoria

Le origini di Comiso risalgono alla Preistoria ( IV III millennio a C.) di cui, le vestigia del periodo Castellucciano sono visibili nelle colline sovrastanti. Il periodo Preistorico viene testimoniato dai Villaggi e dai Sepolcreti della collina di Sante Croci e di Monte Tabuto. Sopra il Paese, nel pianoro della collina di Sante Croci, c'era un villaggio preistorico del bronzo antico. Nei sepolcreti delle balze meridionali, Paolo Orsi scoprì scheletri di inumati, manufatti ceramici ed i famosi “ossi a globuli”.

Le Catacombe di Cava Porcara e il Sepolcreto di Sante Croci distano alcune centinaia di metri l’uno dall’altro. Essi costituiscono il Parco Archeo-Naturalistico di Cava Porcara. Il visitatore può praticare un piacevole percorso fra questi  scenari naturali. Soffermandosi nelle aree attrezzate, si può godere del meraviglioso panorama che domina la valle Ipparina.

  Area attrezzata del Parco di Cava Porcara

Altro Sito Archeologico, che è immerso nella pineta di Canicarao, è costituito dalle grotte-miniere di selce di Monte Tabuto. Qui l’archeologo Paolo Orsi scoprì alcune miniere di selce, poi trasformati in Sepolcreti collettivi. I Primitivi abitanti dei villaggi, quì estraevano il prezioso materiale lapideo, che veniva lavorato. Con l'ausilio del fiume Ippari, veniva conferito sul primitivo approdo di Kamarina per commercializzarlo nel Mediterraneo. Questa è la prova dell'evoluzione degli indigeni che passano dalla condizione di cacciatori-agricoltori a quella di artigiani-commercianti.

   Dal periodo Greco agli Aragonesi

I Greci che da Siracusa si recavano a Kamarina, appellarono il sito Κομιζω (ricovero) in quanto, dopo un giorno di cammino, si riparavano nelle grotte dei suoi pendii. Qui trovarono poi rifugio, i superstiti Camarinensi dopo che la Città venne distrutta dai Romani. Così questi ultimi, sfruttarono le ricche sorgenti per costruirvi Ville (a Cifali), Terme ( Piazza Fonte Diana) e Fattorie (Contrada Canicarao). Già, i primi Cristriani praticavano i loro riti funerari nelle catacombe di Cava Porcara ed i Bizantini costruivano luoghi di culto (Chiesa di San Nicola, ora dell’Annunziata). In seguito vi si gli Arabi e i Normanni. Vi dimorarono anche gli Aragonesi, le cui vestigia persistono nel Castello sito di fronte alla chiesa di San Biagio   (Abraxia).

 

                                          Ricerche storiche e testi del Dr.Tito Distefano 

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