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Location
  • Tempio di Giunone, Via Passeggiata Archeologica 24, Agrigento, Agrigento 92100, IT

Descrizione

La Valle dei Templi di Agrigento è un'area Archeologica di 1300 ettari di estensione. L’Unesco l'ha inserita nella Lista del Patrimonio dell’Umanità nel 1997.

Il Parco Archeologico

Il Parco, attraversato dalla viabilità pubblica di collegamento tra la città moderna e il mare, si articola in diverse aree, nel settore orientale, i templi di Giunone, della Concordia e di Ercole e le necropoli ipogeiche e sub divo e, nel settore occidentale, i Templi di Zeus e dei Dioscuri, il Gymnasium, l’area dei santuari Ctoni, la Colimbetra, e il Tempio di Vulcano. All’interno di questa si ritrovano l’antiquarium paleocristiano di Casa Pace, l’antiquarium iconografico della Valle dei Templi, nel caseggiato rurale di casa Barbadoro, e l’antiquarium di Villa Aurea. A nord est della collina, sulle pendici della Rupe Atenea, altra area monumentale caratterizzata dalla presenza del santuario ctonio e del tempio di Demetra. In età normanna venne edificata la Chiesa di San Biagio. Nella zona persistono ampi resti delle fortificazioni di età Greca, e dei caseggiati rurali che ospiteranno attività culturali del Parco.
Altra area monumentale del Parco, a nord della collina di recente portata alla luce, è il Quartiere Ellenistico Romano e il poggio di San Nicola, sul quale sorge il Museo Archeologico. Quì si nota il complesso degli edifici pubblici della città antica, tra i quali l’Ecclesiastrion, lo bouleterione, l’Oratorio di Falaride, ed un tempio Romano di recente portato alla luce. Le Necropoli, formano degli ampi sistemi nelle aree esterne alla cinta muraria e si sviluppano a sud della collina e ad occidente di essa.

Collina dei Templi
A partire dalla fine del VI secolo a.C. comincia a delinearsi, con la costruzione del tempio perpetro c.d. di Eracle , l’assetto monumentale di questo settore orientale della collina. Tale opera di monumentalizzazione nel corso del V secolo, particolarmente tra il 450 e il 430 a.C.trova la sua più alta definizione con la costruzione dei Templi di Giunone e della Concordia. Quest’ultimo è il meglio conservato dei templi agrigentini e presenta una peristasi (colonnato) di 6 x 13 colonne e conserva i caratteri del migliore stile architettonico dorico. Deve l’eccezionale stato di conservazione alla sua trasformazione, operata nel Vi secolo dal vescovo Gregorio, in basilica Cristiana dedicata agli apostoli Pietro e Paolo. A tale trasformazione si fanno risalire ad esempio l’apertura delle arcate lungo i muri della cella.
A nord del tempio si conservano i resti di una necropoli paleocristiana e bizantina cui appartiene la necropoli ipogeica denominata Grotta Frangipane, il più importante complesso catacombale agrigentino.
Si può inoltre, visitare l’antiquarium di “Casa Pace”, una vecchia casa colonica ristrutturata che raccoglie la documentazione proveniente dalla necropoli paleocristiana agrigentina e da altri siti della provincia.

Tempio di Giove e Santuario delle Divinità ctonie
Il tempio di Zeus Olimpio eretto dopo la battaglia di Himera, dalle dimensioni colossali (m. 45x56,30), presentava un falso colonnato di 7x14 semicolonne e una sequenza di gigantesche figure (Telamoni) poste sul muro di chiusura degli spazi intercorrenti tra ogni semicolonna.
Di queste gigantesche figure, una è stata ricomposta al Museo Archeologico di Agrigento.
Alle spalle del Tempio, dopo un settore abitato si trova un’area sacra, nella quale si riconoscono i resti di un tempietto eretto nel VI secolo a.C., rimaneggiato nel V e nel corso del III sec. a.C., aperto su un vasto piazzale lastronato delimitato a Nord e a Est da un portico ad L.
Immediatamente ad Ovest, superate le rovine di porta V, si accede all’area del c.d. santuario delle divinità ctonie, il più importante complesso di edifici sacri dedicati al culto delle divinità ctonie (Demetra e Kore), in vita dall’età arcaica (VI sec. a.C.) a quella ellenistica. Tale santuario è caratterizzato dalla presenza di recinti a cielo aperto con uno o più altari all’interno. Al V sec. a.C. risalgono, invece i resti del tempio periptero c.d. dei Dioscuri del quale si conserva l’angolo nord occidentale.
Un’ultima area sacra è infine ubicata all’estremità occidentale del terrazzo che si affaccia sulla Colimbetra, l’ampia depressione identificata con la vasta piscina di cui parla Diodoro. L’area è stata recentemente affidata al FAI ed è stata oggetto di interessante restauro ambientale e restituita alla fruizione.

Quartiere ellenistico-romano
Si tratta di un importante settore di abitato che offre la documentazione più significativa della storia urbanistica di Agrigento antica. L’intero complesso dei resti monumentali in vista è riferibile ad epoca tardo ellenistica e romana, ma saggi in profondità hanno rilevato che l’impianto urbano risale al VI sec. a.C..
Il disegno urbano regolare risulta impostato, in questo settore, su quattro arterie Nord-Sud che si attestano su una grande strada Est-Ovest che costeggia da Nord l’area recintata all’interno della quale sono in vista tre isolati con 20 abitazioni. Le case erano abbellite con intonaci dipinti e presentano pavimentazioni di tipo semplice (in cocciopesto con inserzione di tessere in marmo bianco) e a mosaico con motivi geometrici in nero. Al II – III sec. d.C., si datano, invece i bei mosaici policromi, talvolta con emblema centrale inserito al centro dei pavimenti.

Storia

La Città fu fondata da coloni Greci che provenivano da Gela verso la fine del VI° Secolo A.C..Il Tiranno di Gela Ippocrate, ampliò il territorio e rese Akragas un'importante Città Greca della Sicilia, sia per la vocazione agricola delle terre che per il commercio nel mediterraneo. Già nel 480 A.C. la Città, che era governata da Terone, contava una popolazione di 300000 abitanti. Egli promosse la costruzione dei Monumenti tra i più noti del Mondo Antico che sono i Templi in stile Dorico. La Città sconfisse i Cartaginesi ad Himera nel 480 A.C., riuscendo così a spezzarne l'egemonia nel Mediterraneo. Nel 471 A.C. Akragas adottò la Democrazia, per la volontà del Filosofo Empedocle, che a tale scopo rinunciò allo status di dittatore. Akragas conobbe il declino nel 339 A.C., ad appena 70 anni del suo splendore, per mano dei Cartaginesi. Assoggettata a Siracusa dal Generale Corinto Timoleonte, Akragas con il Tiranno Finzia nel 282 A.C. riuscì a distruggere la Madrepatria Gela e ne deportò la popolazione. Verso il 210 A.C., i Romani che la conquistarono, ne sfruttarono la grande produzione di grano e cereali, per lo sviluppo dell'impero. Saranno possibili tour guidati da esperti per vivere un’esperienza fantastica. E non solo per gli appassionati, ma anche per le scuole, per laureandi e stagisti, per chiunque voglia scoprire come ci si muove a stretto contatto con la storia.

Tipo di monumento
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