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  • Via Monsignor Giuseppe Pullano 54, 98066 Patti ME, IT

Descrizione

La Città Greca di Tyndaris, si trova a Nord Est della Sicilia nel Comune di Patti, in Provincia di Messina.

Secondo lo storico Diodoro Siculo, essa fu fondata nel 396 A.c. da Dionigi il Vecchio, che era il tiranno di Siracusa. Durante la prima guerra punica, apparteneva ai Cartaginesi, che erano alleati a Ierone II, ma dopo la loro sconfitta navale del 257 a.C., ad opera dei Romani, fu annessa all'Impero. Era la base di Sesto Pompeo nella guerra civile, ma venne conquistata da Ottaviano nel 36 a.C. Le sue vestigia documentano che Tyndaris, era diventata una fiorente Città della Sicilia durante l'età imperiale. La sua storia racconta anche le distruzioni patite, sia per una frana nel I secolo d.C. che per i violenti eventi sismici del IV secolo d.C. Fu anche una sede Vescovile in età Cristiana, che è stata distrutta dagli Arabi nell'836.

Questo singolare complesso è la sintesi tra la tecnica costruttiva Ellenistica, con i parallelepipedi in pietra arenaria, e l'architettura Romana, che utilizzavano il calcestruzzo nelle volte.

E' visibile la fortificazione a doppia cortina di blocchi arenari a disposizione isodoma, con torri quadrangolari e una grande porta a tenaglia. Tyndaris venne edificata, nel III secolo a.C. sopra un primo apparato difensivo, che risale alla sua fondazione.
Il settore della città rivolto verso il mare, assieme all'intera cinta, fu fortificato solo fra l'età tardo imperiale romana e bizantina.

Il tracciato meridionale delle fortificazioni può essere percorso per un lungo tratto verso la stradella, dalla porta a tenaglia alla torre fortilizia Bizantina.
In base al percorso delle mura esistenti, si stima che l'estensione della città in età Romana misurava 27 ettari.

L'Impianto urbano, il cui primo assetto risale alla fondazione, si è conservato senza soluzione di continuità per l'intera età Romana. Esso fu adattato alla morfologia del sito ed alle curve di livello, con isolati (insulae) larghi 30 m. e della lunghezza di m. 78, con una serie di strade trasversali (cardines) in discesa, ciascuna larga tre metri.

La fascia della zona Archeologica comprende l'insula IV, delimitata a Sud e a Nord dai decumani meridionale e centrale, e anche la cosiddetta Basilica ed il Teatro.

L'insula IV, disposta lungo un pendio, è caratterizzata da edifici su terrazze; in quella inferiore si aprono sul decumano mediano, sei tabernae (botteghe) e due case con ambienti disposti attorno a un grande peristilio a colonne dai capitelli Dorici in pietra.

Il Tablinum (sala di rappresentanza ) della Casa C presentava un prospetto a due colonne con capitelli fittili in stile Corinzio-Italico.
Entrambe le case, che furono costruite sopra le abitazioni di età Timoleontea, vennero ristrutturate in età Imperiale. Difatti, i pavimenti decorati, con tasselli di marmo in Opus Signinum (tesserine bianche su cocciopesto) e con mosaici policromi, vennero sostituiti con altri mosaici figurati in bianco e nero.

Nella parte superiore dell'Insula si trova un edifico termale, con pavimento a mosaico figurato con, il simbolo della Trinacria, un toro, i due pilei (elmetti), dei Dioscuri (protettori di Tindari), due pugili (Verna e Afer), e il Dio Dioniso.
Il Decumano superiore conduceva all'Agorà (il foro di età Romana), attraverso la Basilica, che era l'imponente propileo con una galleria centrale voltata da nove archi, nei pressi di due strade sormontate da archi “a cavalcavia”. Nel settore ovest del Sito, troviamo il Teatro, della fine del IV secolo a.C, che, però è stato decorato in età imperiale Romana, così destinato agli spettacoli circensi.
La cavea è rivolta verso il mare e un tratto della scena, a “parasceni” è stato ricostruito in situ.
L'Antiquarium, è stato oggetto, di consolidamento statico e di adeguamento degli impianti di sicurezza per ospitare i visitatori.

Tipo di monumento
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